COLIN MCRAE DIRT 2: LO SPETTACOLO DEL FUORI-STRADA!

Prendete tutta l’esperienza di Codemasters Racing Studio e le fondamenta del primo, ottimo Colin McRae Dirt; fate evolvere il Neon Engine nel più sfacciato EGO, già visto all’opera sull’eccellente Race Driver GRiD. Togliete un po’ di “aplomb” (si fa per dire…) scozzese del compianto Colin e aggiungete la tipica spacconeria americana. Gettate nella mischia un po’ di nomi di grido degli X-Games e dintorni, spesso passati dalle due ruote della BMX (Dave Mirra) o di una moto da cross (Travis Pastrana) alle quattro dei bolidi da rally. Fatto? Agitate bene, poi versate e gustate un cocktail energetico che, messo nella nostra PS3, risponderà al nome di Colin McRae DiRT 2.

Continuando la tradizione dei primi Toca Race Driver, i “Codies” immergono il giocatore nell’ambiente e nell’atmosfera delle competizioni automobilistiche grazie a un’interfaccia tridimensionale, con visuale in soggettiva. Lo sguardo si muove all’interno di una roulotte, nostra base di appoggio nel corso delle varie manifestazioni più o meno rallystiche a cui partecipiamo. “Più o meno” perché non solo di gare rally “classiche” vive DiRT 2, ma, anzi, soprattutto, di eventi “alternativi” alla canonica gara a tempo. Vestendo i panni di globetrotter, cerchermo di far carriera gareggiando un po’ in tutto il mondo, spostandoci dalla California alla Malesia, dal Marocco alla Croazia, dal Giappone all’Inghilterra.

Le sfide tendono a farci padroneggiare mezzi e stili di guida piuttosto diversi tra loro. Nella modalità Battistrada prendiamo parte a lunghe e impegnative corse da punto a punto, senza il supporto della voce del navigatore e con partenze scaglionate, in modo che il duello non sia solo con l’aspro ambiente che ci circonda, ma anche con i diretti concorrenti che riusciremo ad affiancare e a superare. Nel Rally Cross le sportellate sono garantite, visto che competiamo con altri sette piloti all’interno di brevi circuiti costruiti in un’arena. Sempre nelle arene, per quanto solitamente più aperte, ci confrontiamo con la Corsa Sterrata, a bordo di buggy e truck di varie tipologie. Il Raid, invece, sarà la gara più aperta: con grossi fuoristrada ci muoveremo tra un punto e l’altro cercando di evitare i naturali ostacoli di cui è disseminato il percorso e, nello stesso tempo, sfruttando le piccole deviazioni e le furbe scorciatoie per arrivare per primi a destinazione (avete presente Motorstorm e dintorni? Ecco, più o meno l’idea è simile).

A queste tipologie principali si aggiungono delle varianti, in quanto a regole. Nella modalità speciale Dominio (giocabile nel Rally Cross o nella Corsa Sterrata) prenderemo possesso di una parte del circuito stabilendone il miglior tempo di percorrenza e cercheremo di mantenerlo nostro, nonostante l’agguerrita concorrenza. “Last man standing” è, grosso modo, l’equivalente DiRT dell’Eliminatore di Burnout: un countdown parte da 20 secondi; quando giunge a zero, l’ultimo concorrente viene escluso dalla gara e il conto alla rovescia ricomincia finché “ne rimarrà uno solo”. “Gate Crasher”, infine, ci lancia a tutta velocità contro gialli “cancelli” di polistirolo disposti su un tracciato Rally. Ad ogni cancello distrutto guadagneremo secondi di gara e avremo migliori chance di giungere al termine del tragitto.

Ogni nostra prestazione sarà commentata con poche frasi di incoraggiamento da parte delle stelle del circuito, pacche sulle spalle che ci porteranno, mano a mano, a guadagnarci il rispetto dei vari Ken Block, Tanner Foust eccetera, nonché la loro amicizia, dopo che li avremo battuti nelle sfide uno-contro-uno alle quali ci avranno invitato. Questo meccanismo, atto a farci sentire parte del mondo dei rally, l’abbiamo trovato, francamente, poco sviluppato. Al di là di una salita di livello e al conseguente accesso a nuove gare, l’amicizia con questi nomi celebri sarà niente più che una medaglia da sfoggiare. Sostanzialmente inscindibile, diviene presto poco più che una sponsorizzazione. Non è possibile fare qualcosa di male, tipo tagliare la strada, causare un incidente e così via, e incrinare il rapporto o creare, addirittura, una rivalità particolarmente accesa. Forse il tutto nasce dal fatto che Mirra, Pastrana, Block e compagnia non sarebbero stati contenti di apparire come personaggi “negativi”. Peccato, però: forse avrebbe aggiunto un tanto in più di immersione e di tensione agonistica.

Tensione che non manca di certo, comunque, in Colin McRae DiRT 2Modalità quali Battistrada non ammettono distrazioni, costringendoci a guidare ad occhi spalancati, tesi a intuire tutte le insidie che ci riserva il percorso. A meno di non ricorrere all’escamotage del flashback, inaugurato da GRiD. Se commettiamo un errore fatale, o se semplicemente perdiamo troppo tempo per rimediare a un testacoda, abbiamo la possibilità di mettere in pausa e, a livello di difficoltà media, di usufruire di quattro “riavvolgimenti del tempo” per tornare indietro e, col senno di poi, impostare diversamente la manovra e rimanere in scia del nostro obiettivo. Settando la difficoltà più in alto diminuiranno le possibilità di sfruttare questo bonus. Certo, i puristi del rally (già scontenti perché della loro disciplina preferita in DiRT 2 c’è rimasto proprio poco) potrebbero storcere ulteriormente il naso, ma nulla gli vieta di non ricorrere a questa feature, del tutto opzionale.

Rispetto al primo capitolo, DiRT 2 guadagna in spettacolarità e look “ggiovane”, ma anche in ritmo, varietà e persino in solidità. Il motore di gioco in pratica non denuncia tentennamenti e i caricamenti tra una tappa e l’altra sono più rapidi. Il multiplayer online è decisamente più al passo con i tempi e regala sia sfide a tempo che duelli a sportellate, come piace un po’ a tutti. L’interfaccia è curata e scenosa quanto basta, e l’audio (sia per quanto riguarda il rombo dei motori che la scelta di suoni d’ambiente e musiche) è sicuramente ricco e avvolgente. Nulla appare fuori posto e Codemasters Racing Studio, ancora una volta, mette in mano ai giocatori un prodotto divertente, immediato, longevo e spettacolare. Nonostante l’ombra di Colin McRae si stagli un po’ su tutto il titolo (spesso il pilota viene citato e omaggiato), la volontà di attirare verso il franchise un pubblico più ampio e meno specializzato appare lampante. A nostro parere, l’operazione è perfettamente riuscita…

Voto 9,0